domenica 30 agosto 2009

LA STORIA DELLA GATTINA FUCSIA E DEL SUO AQUILONE

C’era una volta mamma gatta tigrata che aveva sette gattini di tutti i colori: gattino nero, gattino rosso, gattino verde, gattino azzurro, gattina rosa, gattina bianca e gattina fucsia. Questi gattini erano sette diavoli scatenati che ne combinavano sempre di tutti i colori, proprio come loro. Una volta la gattina bianca mangiò tanta di quella cioccolata che passò tutta la notte al gabinetto. Una volta il gattino nero si bruciò la coda nel caminetto mentre aspettava babbo natale e finì all’ospedale. Una volta la gattina rosa mentre faceva la pipì cascò dentro il gabinetto e rimase incastrata e dovettero chiamare gli idraulici per liberarla. Un’altra volta ancora la gattina bianca rimase tutta la notte a leggere un libro e il giorno dopo si addormentò sul divano e la mamma dovette portarla in braccio nel suo lettino col suo libro ancora appiccicato al musetto. Una volta il gattino verde mentre andava con l’altalena decise di oscillare sempre più forte, sempre più forte finché fece un gran volo e si fece male al nasino.

Un bel giorno i gattini decisero di costruire un aquilone.

“E’ bellissimo, lo faremo volare su nel cielo, e farà amicizia con le nuvole, con il sole e con il vento” disse il gattino nero.

Allora i gattini presero due bastoncino, un po’ di carta e di cordino, e seguendo le istruzioni di un libro fabbricarono un bellissimo aquilone di tutti i colori, proprio come loro. Poi presero la rincorsa tenendolo in alto e l’aquilone prese a volare alto nel cielo.

“Com’è bello, com’è bello”, dissero i gattini.

“E come tira!” aggiunse il gattino nero che lo reggeva con un filo “sembra quasi che mi voglia trascinare sù, nel cielo con lui”.

Allora la gattina fucsia ebbe un’idea. Pensò: “Se costruisco un aquilone grande grande, potrò volare anch’io nel cielo”. Allora tornò in casa, prese due bastoni lunghi lunghi che servivano per togliere la polvere e le ragnatele e li legò tra loro, poi staccò le tende e le tagliò per fare la forma di un aquilone, poi prese una corda lunga lunga che serviva a legare i pacchi all’automobile e la legò all’aquilone. Era fantastico: un aquilone grande così non si era mai visto, sembrava una barca a vela!!!

Allora la gattina fuscia andò in giardino, ma l’aquilone se ne stava appoggiato sul prato e non ne voleva sapere di volare.

“Vola, aquilone, perché non ti sollevi?” chiese la gattina. A un tratto si levò un gran vento e l’aquilone grande come un nuvolone si sollevò nel cielo e oscurò il sole.

“L’eclissi, l’eclissi!!!”, urlarono tutti i gattini.

“Ma no, è solo il mio aquilone”, disse la gattina fuscia.

“Ma è grande come una luna” osservarono tutti gli altri gattini ammirati.

ma proprio in quel momento si alzò un grandissimo vento di bufera e l’aquilone trascinò per aria la gattina fuscia, che si mise a urlare: “aiuto, aiuto, sto volando troppo in alto, vedo gli uccellini giù in basso, vedo i fiumi, vedo la città in lontananza, vedo la bicicletta rossa che il gattino nero mi aveva nascosto nel bosco. Ma non riesco più a scendere!!! Aiutatemi a tornare giù, prima che voli troppo lontana!!!!”.

Allora i gattini si misero tutti a rincorrerla per i prati e per i boschi, ma lei volava troppo alta. Quando si abbassò un pochino, il gattino nero l’afferrò per la coda, ma un soffio di vento sollevò anche lui per aria. “Aiuto, aiuto, volo via anch’io” urlò il gattino nero spaventato. Allora gli altri gattini continuarono a inseguirli, e quando il gattino verde acchiappò il gattino nero per la coda sembrò che la missione fosse compiuta. Ma non avevano fatto i conti con il vento: un altro soffio più forte e anche il gattino verde volò per aria, attaccato alla coda del gattino nero che era attacato alla coda della gattina fuscsia, che era attaccata all’aquilone. Ma quando si abbassarono di nuovo, il gattino rosso si attaccò alla coda del gattino verde per un attimo, prima che il vento sollevasse di nuovo l’aquilone e con lui la sua coda fatta di gattini di tutti i colori. E poi si attaccò il gattino azzurro, e poi la gattina bianca, e tutti volavano per aria sventolando come un arcobaleno di pelo. Era rimasta sola la gattina rosa, che correva inseguendo l’aquilone e tutti i suoi gattini che urlavano “aiuto, soccorso, tirateci giù, soffriamo di vertigini”. Per fortuna, quando anche la gattina rosa afferrò per la coda la gattina bianca, il vento si calmò un pochetto e l’aquilone piano piano si posò per terra, e con lui tutti i gattini impauriti. Ce ne misero di tempo per tornare a casa, arrivarono che era quasi notte e mamma gattona stava iniziando a preoccuparsi.

“Ma dove eravate finiti?” chiese.

“abbiamo fatto un voletto con l’aquilone”, disse la gattina fuscia.

“Come sarebbe, un voletto? Un volo vero? Come gli uccelli o le farfalle” chiese ancora mamma gattona.

“ Sì, proprio così, anche se volavamo veloci come un aereoplano” dissero in coro i gattini.

“Oh povera me, mi sento male, mi sento svenire” disse mamma gattona, e furono le ultime parole prima di svenire per lo spavento. Putupumpete, e cadde per terra.

“ma guarda”, disse allora la gattina fuscia, “noi gattini abbiamo volato tanto, ma a cadere giù è stata la mamma…”