giovedì 18 ottobre 2018

Effetto-sfarfalla


Con un battito d’ali in Amazzonia
può indurre un tifone nel Giappone
pare che non sia affatto una fandonia
ma effetto di contorta causazione

l’artefice farfalla, se sfarfalla
è una potenza fuor d’ogni controllo
quando per errore urtò una palla
dal mare fuori emerse un atollo

quel giorno che s’è grattata il naso
spuntarono due nuove dolomiti
e certo non sarà stato per caso
se tante rane piovvero su Haiti

lo starnuto, per quanto soffocato,
riesce a generare un maremoto
se poi peta o emette altro fiato
le cavallette invadono ogni prato

la volta che sbadata ha sbadigliato
si ebbero cinque colpi di stato
e quando bruscamente volò via
s'estinse un’antica dinastia.

Matrice di dinamiche crescenti
la farfalla ormai non fa e non falla
poiché dei risultati più inclementi
tutto il mondo la colpa le rimpalla

così immota sta per ore ed ore
e solitaria, e chi la può volere?
Purtroppo un tornado dell'amore
è più facile assai da generare.




domenica 2 settembre 2018

Lama o non lama


Il lama delle Ande
in quel clima iracondo
non sa dire ti amo
e il vivere gli è gramo

quando una lama adocchia
mirandola scaracchia
nel senso di guardare
mica la vuol centrare

e al suolo quello sputo
sta meno d'un minuto
poi si tramuta in ghiaccio
opera del tempaccio

una stenta esistenza
conduce a malincuore
afflitto da mancanza
d’un poco di calore

nell'aspra cordigliera
talora si dispera
vivesse mille vite
sempre e solo bronchite

va solo per sentieri
erti come scogliere
non tiene altri pensieri
che quello di cadere

per tutta la sua vita
l'aspetta una salita
poi quando arriva in vetta
nessuno là l’aspetta

eppure vi fu un tempo
in cui sognò l'amore
lo spazio d’un inciampo
e ne smarrì il sentore

quello che lo animava
era fame d’abisso
il mettersi alla prova
non esser più se stesso

cedere alla vertigine
in libera caduta
e giù nella voragine
godersi la veduta

ma il piede mise in fallo
lì lì per sdrucciolare
fu allora, in quello stallo
che preferì campare

così il breve intermezzo
si rivelò artifizio
essere lama ha un prezzo
l'amore è precipizio.


giovedì 9 agosto 2018

Anatrema



Nell’incedere barcolla
e nel corpo si fa frolla
quando pensa al suo destino:
accoppiata, ma ad un vino

dopo una lenta cottura
nel tegame sepoltura
non è vita, ma tortura
o meglio, rosolatura.

E ogni fuga gli è negata
da quella zampa palmata
che l’impaccia nella corsa
può tentare, ma è già persa.

Perciò l’anatra tremante
prova a non pensare a niente
e nel bianco della mente
un assillo è più assillante

non la morte, non l’ignoto
capitombolo nel vuoto
se la testa la tormenta
può restarsene anche spenta

no, ben altro è quel tarlo
nel silenzio può ascoltarlo:
se mai mi faranno lessa
sarò brodo di me stessa?

e il mio io, la mia essenza
sarà anima o pietanza?

mercoledì 20 giugno 2018

La volpe senz’uva




La volpe scruta l’uva
e prova immensa pena
sa che restarne priva
è sfida ultraterrena

mai vi è stata brama
tanto possente e pura
trafigge come lama
ne ha quasi paura

darebbe la sua vita
per un solo assaggio
quell’uva lì esibita
somiglia ad un oltraggio

che sia matura o acerba
davvero poco importa
l’animo suo s’intorba
e sogna d'esser morta

invece agonizza
per quel frutto proibito
in cuor suo si disprezza
neppure è candito

immersa in queste cure
la volpe s’è scordata:
l’uva riuscì a addentare
ma subito sputata

in quanto schifiltosa
con quei semi e la buccia
com'era disgustosa
lasciò una boccaccia...

Così senza ragione
patisce e si consuma
ma c’è una spiegazione
lei è come chi ama

oblio e struggimento
gli stessi dell’amore
che rende impellente
anche il peggior sapore.

venerdì 8 giugno 2018

Razza superiore


A ogni specie vivente
si sente superiore
e pure a quelle estinte
non sa cos’è l’amore

peraltro è nei mari
che lievemente sguazza
pensa solo ai suoi affari
e quando può intrallazza

le altre razze sopporta
solo grigliate o arrosto
spesso con mossa accorta
in fila ruba il posto

non spiccica parola
muta più d’un pesce
se stufa d’esser sola
si sposa e poi tradisce

pratica ogni bassezza
sentendosi migliore
così nuota la razza
seppure a malincuore

poiché il mondo salino
ritiene luogo indegno
balugina divino
il cielo, il suo regno

negatole da un fato
che lei ritiene ostile:
volatile mancato
per questo è tanto vile.

A volte tenta un volo
salta, ma non riesce
che a ricader di culo.
Poi puzza assai di pesce.

mercoledì 23 maggio 2018

Il capolavoro del castoro



Forse non tutti sanno che il castoro
fatica e impreca odiando il suo lavoro
non è ingegnere, al più manovale
al servizio d'un progetto, ma quale?

Non artigiano, neppure architetto
qualsiasi ruolo ormai gli va stretto
eppure indefesso i fiumi ostruisce
diga su diga e anche se non capisce

il perché di quell’impegno diuturno
sgobba e suda fino al cambio del turno.
Infine spossato rimira il castoro

il compimento del capolavoro.
Non sa a cosa serva, ma almeno è perfetto
e per un attimo n'è soddisfatto.

martedì 8 maggio 2018

Vita al gusto di formica



Slinguazza il formichiere
in fondo ai formicai
formiche rosse o nere
per lui non cambia mai
quel gusto di formica
non gli spiaceva mica
ma un giorno gli è successo
un fatto che l'ha scosso:
la lingua ha insinuato
in un foro smisurato
e al fine v’ha incontrato
sapore di gelato
pistacchio e cioccolato.
Mai più l’ha ritrovato.
Da allora la sua vita
al gusto di formica
gli pare già finita.

lunedì 23 aprile 2018

La briciola e il passerotto


Il passerotto sopra il davanzale
vede una briciola e già ci sta male
tanta la fame ma deve volare
non può permettersi quel desinare

giacché ogni cibo per lui è zavorra
che lievita in corpo e lo schiaccia a terra
l'aria sottile il suo peso non regge
neanche aiutandolo con le scoregge.

Ma un frullo d'ali si fa sforzo immane
quando l'inedia è quel che rimane
in una giornata dove il digiuno

è al tempo stesso legge e sanzione.
Non c'è via d'uscita dal paradosso.
Se non forse un verme, ma bello grosso.

La breve storia dell'efemera, o mosca di maggio


Che creatura fortunata
una vita già segnata
giusto un'ora di durata
nata con una scadenza
talmente ravvicinata
senza alcuna insofferenza
vive proprio alla giornata:
se piove si bagna
col sole s'abbronza
al vento svolazza
certo non si lagna
neppure s'incazza
seppure potrebbe.
Ma a che servirebbe?
In quel breve intervallo
solo ciò che è essenziale:
un corso di ballo
non causare alcun male
bando al malumore
se si può, far l'amore
altrimenti astinenza
e se proprio va storta
porta un po' di pazienza
ed è subito morta.
Ma l'efemera in fondo
mentre si va spegnendo
una cosa l'ha intuita 
alla fine ogni vita
è soltanto memoria.
E questa è la sua storia.

lunedì 12 marzo 2018

Povera lucertolina


Povera lucertolina
tanto freddo la mattina
poi le va ancora peggio
trema tutto il pomeriggio
e la notte pare eterna
è un inverno che non sverna.
Per scaldarsi un po’ le ossa
ha tentato ogni mossa:
ci provò con guanti e sciarpe
indossò calzini e scarpe
un maglione o due di lana
qualche scialle e una sottana
azzardò un corso di ballo
ma il maestro era un cavallo
coppia un po’ male assortita
tanto che rischiò la vita.
Si comprò un termosifone
solo un’altra delusione
lì sdraiata su quel coso
permanentemente acceso
alla fine s’è sentita
tanto arrosto che bollita
finché smise, fu costretta
quando lesse la bolletta.
Sotto il sole tropicale
non ci stava tanto male
ma il benessere s'azzera
terminata la crociera.
Così tutta anchilosata
lei trascorre la giornata
proprio no, non lo capisce
il perché rabbrividisce:
il suo cuore ormai è gelato
mai nessuno l’ha scaldato
ma per sciogliere quel ghiaccio
basterebbe un solo abbraccio.


[a M]