C’era una volta una Principessa
che urlava sempre come un’ossessa,
voleva questo e voleva quello,
voleva mutande intonate al cappello,
e la cintura di vero vitello
e i bottoni color verde pisello,
anzi piselli, nel senso di verdura
cuciti alla maglia con grande cura,
e duecento scarpe senza allacciatura,
tutte scarpe destre, una sinistra sola,
così aveva una scusa per saltare la scuola.
Strillava ogni giorno sempre più forte
perché le gonne non erano corte,
poi all’indomani le voleva lunghe
ma solo quelle decorate a losanghe
e protestava fino a perdere il fiato
perché il colletto s’era stropicciato
e la sfumatura della sua giacca rosa
non s’intonava più con la blusa.
Tutti l’accontentavano con grande premura
anche perché metteva un po’ di paura,
finché un giorno furon proprio i vestiti
a dire : “Basta, ci siamo stufati!”
Decisero assieme una strana protesta
così da fare abbassare la cresta
a quella principessa maleducata
bella e elegante ma tanto ingrata.
Prima s’acquattarono in un ripostiglio
e poi si nascosero ancora meglio,
dove si trovino non ve lo dico
anche perché sono ormai loro amico
e non vorrei che faceste la spia
alla principessa che come un’arpia
gira per casa sempre più furibonda
e grida tanto e fa baraonda
senza però che nessuno risponda.
Cerca i vestiti, ma senza successo.
Povera Principessa: e adesso...?
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