Quel pavido
coniglio
che fugge a
perdifiato
a un suono di
sbadiglio
o di passo felpato
non vada esecrato
per la sua codardia,
o se è preoccupato
tanto da scappar
via.
Ha ottime ragioni
che pochi però
sanno
oscure vibrazioni
lo mandano in
affanno
ciò che nell’universo
è fonte di scompiglio
per un fato
perverso
allarma il coniglio
poiché con quelle
orecchie
che paiono due
antenne
lui capta onde
vecchie
miliardi e più di
anni
da una galassia all’altra
nel vuoto siderale
quel frastuono s’inoltra
come luce solare
fondono buchi neri
brillano supernove
cataclismi stellari
per lui son batticuore
a ogni increspatura
del nostro
spazio-tempo
trema per la paura
che non vi sia più
scampo
così quando ha
avvertito
il big-bang
primordiale
ha perso anche l’udito
finendo all'ospedale,
Per lui la via d’uscita
è forse l’entropia
spegnendo stelle e
vita
quel caos porterà
via.
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