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Tocca
a te adesso – dice l’alieno – sono tutto orecchie, ma solo per modo di dire.
Hai notato che ne sono privo? Almeno di orecchie funzionanti. Quelle che vedi
ai lati della testa sono soltanto per bellezza, mi fanno fare bella figura
nella stagione degli accoppiamenti. Posso ascoltare i rumori solo percependo le
vibrazioni della materia. E le tue labbra che parlano. E poi mi aiutano le onde
dell’aria, le avverto con la pelle delle mani…
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L’indovinello
è questo – taglia corto il bambino – Quando
lo perdi non lo cerchi, quando lo trovi l’avevi già. Non tirare a caso per
cercare la soluzione, però. Se no non è divertente, devi sforzarti di pensare
alla risposta.
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Accidenti.
Questo è difficile – mormora l’alieno tra sé e sé. – Dunque, vediamo. Quando
incontro un dilemma e non so come affrontarlo sai cosa faccio di solito? Mi
concentro e ascolto le vibrazioni della mia anima. Ho fatto lo stesso quando mi
sono imbattuto nei cacciatori di teste sulla quarta luna del pianeta Gotom,
nella galassia UCY-323. A modo loro sono stati gentili. Mi hanno chiesto se
potevano per cortesia prelevare la mia testa dal resto del corpo, poi me
l’avrebbero restituita. Se non avessi dato ascolto alle pulsazioni del cuore forse
adesso la mia testolina imbalsamata ciondolerebbe come un ninnolo da uno dei
loro sedici colli. E l’abbellirebbe parecchio, te l’assicuro. Non solo perché è
una gran bella testa, ma perché i cacciatori di teste di Gotom sono davvero
molto, molto, molto brutti. E siccome hanno sedici teste ciascuno, è una
bruttezza moltiplicata sedici. Però per loro non è affatto un problema, anzi.
Organizzano concorsi di bruttezza, addirittura. Ma torniamo all’indovinello…
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Aspetta
aspetta – lo interrompe il bambino – come sei sfuggito ai cacciatori di teste?
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Facile
– dice l’alieno mentre si gratta la testa – l’anima m’ha urlato nelle orecchie
di scappare a gambe levate. Mentre loro cercavano di fermarmi sputandomi
addosso, perché è questo il loro modo di cacciare, hanno una saliva
appiccicosissima che immobilizza le prede, mi sono precipitato dentro l’astronave
e ho dato tanta energia ai motori che poco c’è mancato finissi dentro a un buco
nero.
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Ma il
bambino non è convinto. – Penso che mi stai prendendo in giro. Quale cacciatore
se ne va in giro sputacchiando? E poi solo gli esseri umano hanno l’anima. Almeno
credo, o mi hanno fatto credere. Io ce l’ho, ma non so cosa sia. Mamma mia, è
complicato, detto così sembra un indovinello…
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Sarebbe
un indovinello bellissimo! – esclama l’alieno – Tutti ce l’hanno anche quando non lo sanno: cos’è? L’anima! In
realtà tutto ha un’anima. Però puoi sentirla solo se chiudi gli occhi e apri il
cuore – ah, il cuore va aperto ma poi richiuso, non scordartelo, all’incirca
ottanta volte al minuto, se no smette di battere e patatrac. Potrai accorgerti
che ogni granello di sabbia, ogni goccia d’acqua, ogni miserabile lombrico,
ogni molecola di anidride solforosa e perossido di zinco, ogni cometa, ogni galassia
di questo e di tutti gli altri universi ha un’anima. C’è un’energia nascosta a congiungere
tutto quello che esiste, unisce con legami invisibili materia e anima. So che
voi uomini avete provato a chiamarla in tanti modi diversi. A questo servono le
leggi della fisica. Gli scienziati non lo sanno ma con tutti i loro sforzi tentano
solo – e come sono goffi! – di misurare l’ampiezza e la potenza di questa
vibrazione universale, e neppure la riconoscono, per questo le danno nomi bizzarri.
Forza di gravitazione, ad esempio. L’hanno trasformata in legge, con una
formula bellissima. Ogni corpo attrae ogni altro corpo tanto più intensamente
quanto più sono grossi e vicinissimi. Forse è’ per questo che alcune persone
mangiano troppo e male. Vogliono ingrassare a dismisura. Perché si sentono sole.
E sperano così di avvicinare gli altri con la loro irresistibile forza
gravitazionale, di farli ruotare attorno a sé come satelliti. Ma poi un signore
di nome Albert coi capelli ritti da scienziato pazzo scopre che anche il tempo
e lo spazio sono incatenati tra loro. E allora la pulsazione del tempo rallenta
quando ci si avvicina a un grande peso, come quello del buco nero in cui stavo
per precipitare, o di un pancione pieno che attrae panini e salsicce. O quando
si corre velocissimi per inseguire il bagliore delle stelle, come ho fatto io
con la mia astronave. Se catturi la luce fermi il tempo: lo sapevi? Il TEMPO!
E’ questa la risposta all’indovinello, giusto? Meno male che ho trovato il
tempo di risolverlo.
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Giusto,
sei arrivato alla soluzione, magari l’hai presa un po’ larga... – ammette il
bambino a malincuore. Era divertente ascoltare le divagazioni dell’alieno.
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