Ecco appare un condottiero con tre penne sul cimiero con lo sguardo fermo e fiero e in testa... neanche un pensiero
quando scende da cavallo sale sopra un piedistallo Sua Altezza è così basso par caduto dentro a un fosso più che Re è Imperatore ma ogni notte a malincuore nel suo letto va a dormire perché lì non è più Sire
sullo stemma ha un leone ma somiglia a un caprone disegnato tutto storto pare un caprone morto
così bravo a comandare dice a tutti quel che fare a lui non si dice niente se anche fosse, non ci sente
tratta tutti come servi spesso ha crisi di nervi mente sempre ma è sincero: lui decide quel che è vero! si sente un Cuor di Leone ma è detto Cuor di Mangione perché dentro la sua bocca entra tutto quel che tocca lui comanda proprio tutti quelli belli e quelli brutti se non sa che comandare ordina di cucinare
finì in un'indigestione il regno di Re Mangione un giorno ebbe tanta fame che pappò il suo reame.
C’era una volta mamma gatta tigrata che aveva sette gattini di tutti i colori: gattino nero, gattino rosso, gattino verde, gattino azzurro, gattina rosa, gattina bianca e gattina fucsia. Questi gattini erano sette diavoli scatenati che ne combinavano sempre di tutti i colori, proprio come loro. Una volta la gattina bianca mangiò tanta di quella cioccolata che passò tutta la notte al gabinetto. Una volta il gattino nero si bruciò la coda nel caminetto mentre aspettava babbo natale e finì all’ospedale. Una volta la gattina rosa mentre faceva la pipì cascò dentro il gabinetto e rimase incastrata e dovettero chiamare gli idraulici per liberarla. Un’altra volta ancora la gattina bianca rimase tutta la notte a leggere un libro e il giorno dopo si addormentò sul divano e la mamma dovette portarla in braccio nel suo lettino col suo libro ancora appiccicato al musetto. Una volta il gattino verde mentre andava con l’altalena decise di oscillare sempre più forte, sempre più forte finché fece un gran volo e si fece male al nasino.
Un bel giorno i gattini decisero di costruire un aquilone.
“E’ bellissimo, lo faremo volare su nel cielo, e farà amicizia con le nuvole, con il sole e con il vento” disse il gattino nero.
Allora i gattini presero due bastoncino, un po’ di carta e di cordino, e seguendo le istruzioni di un libro fabbricarono un bellissimo aquilone di tutti i colori, proprio come loro. Poi presero la rincorsa tenendolo in alto e l’aquilone prese a volare alto nel cielo.
“Com’è bello, com’è bello”, dissero i gattini.
“E come tira!” aggiunse il gattino nero che lo reggeva con un filo “sembra quasi che mi voglia trascinare sù, nel cielo con lui”.
Allora la gattina fucsia ebbe un’idea. Pensò: “Se costruisco un aquilone grande grande, potrò volare anch’io nel cielo”. Allora tornò in casa, prese due bastoni lunghi lunghi che servivano per togliere la polvere e le ragnatele e li legò tra loro, poi staccò le tende e le tagliò per fare la forma di un aquilone, poi prese una corda lunga lunga che serviva a legare i pacchi all’automobile e la legò all’aquilone. Era fantastico: un aquilone grande così non si era mai visto, sembrava una barca a vela!!!
Allora la gattina fuscia andò in giardino, ma l’aquilone se ne stava appoggiato sul prato e non ne voleva sapere di volare.
“Vola, aquilone, perché non ti sollevi?” chiese la gattina. A un tratto si levò un gran vento e l’aquilone grande come un nuvolone si sollevò nel cielo e oscurò il sole.
“L’eclissi, l’eclissi!!!”, urlarono tutti i gattini.
“Ma no, è solo il mio aquilone”, disse la gattina fuscia.
“Ma è grande come una luna” osservarono tutti gli altri gattini ammirati.
ma proprio in quel momento si alzò un grandissimo vento di bufera e l’aquilone trascinò per aria la gattina fuscia, che si mise a urlare: “aiuto, aiuto, sto volando troppo in alto, vedo gli uccellini giù in basso, vedo i fiumi, vedo la città in lontananza, vedo la bicicletta rossa che il gattino nero mi aveva nascosto nel bosco. Ma non riesco più a scendere!!! Aiutatemi a tornare giù, prima che voli troppo lontana!!!!”.
Allora i gattini si misero tutti a rincorrerla per i prati e per i boschi, ma lei volava troppo alta. Quando si abbassò un pochino, il gattino nero l’afferrò per la coda, ma un soffio di vento sollevò anche lui per aria. “Aiuto, aiuto, volo via anch’io” urlò il gattino nero spaventato. Allora gli altri gattini continuarono a inseguirli, e quando il gattino verde acchiappò il gattino nero per la coda sembrò che la missione fosse compiuta. Ma non avevano fatto i conti con il vento: un altro soffio più forte e anche il gattino verde volò per aria, attaccato alla coda del gattino nero che era attacato alla coda della gattina fuscsia, che era attaccata all’aquilone. Ma quando si abbassarono di nuovo, il gattino rosso si attaccò alla coda del gattino verde per un attimo, prima che il vento sollevasse di nuovo l’aquilone e con lui la sua coda fatta di gattini di tutti i colori. E poi si attaccò il gattino azzurro, e poi la gattina bianca, e tutti volavano per aria sventolando come un arcobaleno di pelo. Era rimasta sola la gattina rosa, che correva inseguendo l’aquilone e tutti i suoi gattini che urlavano “aiuto, soccorso, tirateci giù, soffriamo di vertigini”. Per fortuna, quando anche la gattina rosa afferrò per la coda la gattina bianca, il vento si calmò un pochetto e l’aquilone piano piano si posò per terra, e con lui tutti i gattini impauriti. Ce ne misero di tempo per tornare a casa, arrivarono che era quasi notte e mamma gattona stava iniziando a preoccuparsi.
“Ma dove eravate finiti?” chiese.
“abbiamo fatto un voletto con l’aquilone”, disse la gattina fuscia.
“Come sarebbe, un voletto? Un volo vero? Come gli uccelli o le farfalle” chiese ancora mamma gattona.
“ Sì, proprio così, anche se volavamo veloci come un aereoplano” dissero in coro i gattini.
“Oh povera me, mi sento male, mi sento svenire” disse mamma gattona, e furono le ultime parole prima di svenire per lo spavento. Putupumpete, e cadde per terra.
“ma guarda”, disse allora la gattina fuscia, “noi gattini abbiamo volato tanto, ma a cadere giù è stata la mamma…”
Alla festa della mamma non ci credo, non m’inganna quella dura un giorno appena sembra finta, è tutta scena poi la mamma mica è una ce n’è tante, per fortuna così in mente ho un’altra festa che non passa mai, che resta e che tutti i giorni vale e non c’è niente di male per le mamme, proprio tutte quelle belle e quelle…matte le più buffe e le più strane e non solo quelle umane!
Son diversi gli animali ma in un fatto sono uguali alla mamma ognuno pare il suo cucciolo speciale… non ci sembri allora strana una festa quotidiana per la mamma porcospina che ogni sera s’avvicina al minuscolo lettino del suo bimbo porcospino e nel dargli un bel bacino - è un miracolo spinoso - non lo punge mai sul naso.
Festa poi per mamma rana qui la cosa è ancor più strana lei ha un milione di piccini già ranocchi o ancor girini e di ognuno lei sa il nome li ricorda, non so come, e li chiama ad uno ad uno ha un consiglio per ciascuno se son tristi li consola sgrida se saltano scuola anche se è un salto perfetto: loro volan sopra il tetto!
Si festeggia mamma gufa che di notte non si stufa dei gufetti da accudire non c’è verso di dormire loro, sai, riposan poco preferiscono un bel gioco di pallone o d’altalena mamma gufa spinge o allena finché all’alba ogni gufetto finalmente entra nel letto russa come un angioletto e la mamma è lì con loro e ciascuno è il suo tesoro.
Festa per mamma gheparda che ogni giorno non si scorda d’insegnare ai suoi figlioli che son grandi corridori a viaggiare a cento all’ora senza avere mai paura di sbandare e fuori strada ritrovarsi poi per sbaglio proprio a causa della coda impigliata in un cespuglio.
Ed è festa per la mia tra le mamme la più strana no, non sembri una follia lei è gheparda e anche un po’ rana e gufetta e porcospina ed a mille altre somiglia d'ogni specie d'animale lei mi sta sempre vicina fa le coccole da gatta se mi chiama poi cinguetta quando ho sonno lei sbadiglia se mi pungo sente male non ce n’è un’altra uguale lei è la mamma... più bestiale!
Ogni giorno ha un gran daffare per potere regalare calze colme di dolcetti caramelle e anche confetti e ogni tanto – delusione! – metter dentro anche il carbone, mai un minuto per se stessa con la vita che la stressa è da tanto che lei pensa a una giusta ricompensa per i molti sacrifici di una vita senza amici quando ecco all’improvviso sul suo volto un gran sorriso, la Befana l’ha capito: ha bisogno di un marito! Ecco allora la Befana fa una cosa per lei strana: con vestiti assai eleganti e orecchini di brillanti con collane di corallo neanche stesse andando a un ballo tutta bella lei s’è messa con un trucco da duchessa che non pare più la stessa è così quasi-carina che somiglia a sua cugina quella che perse piangendo il concorso di Miss Mondo. E’ bastata un po’ di scena e l’agenda ha sempre piena, sono tanti i pretendenti che chiedono appuntamenti la vorrebbero sposare ma lei non sa più che fare! E’ indecisa, troppi sono e in ognuno c’è del buono : tra loro Babbo Natale che le offre un bilocale per nido matrimoniale molto a nord, più o meno al polo dove si sente un po’ solo e poi c’è Babbo Pasquale il cugino che sa fare bene il verso del maiale e non si veste di rosso però sa sturare il cesso e poi tre dei sette nani ma gli sforzi sono vani, anche un principe ha tentato però è stato rifiutato, no, non era quello azzurro, lui parlava da buzzurro e con il mantello sporco scatarrava come un orco. Per lei insomma c’è la fila sono almeno in diecimila che vorrebbero sposare la Befana, ma l’amore quello no, non è venuto, e così ci ha ripensato: meglio per ora aspettare che dovere sopportare uno che, ora ha compreso, per marito non va preso: maschi brutti oppure belli attori o fotomodelli meglio il vento nei capelli mentre vola alta nel cielo una nuvola per velo che sul capo le si posa: la befana non si sposa.
Le filastrocche e le poesie in un volume di carta vera!!!
terza e ultima edizione: clicca sulla copertina
Non è mai troppo tardi per regalarsi un`infanzia felice! Poesie comiche e filastrocche: una collezione di Befane incarognite, Babbi Natali, Babbi Pasquali, babbi in aeroplano, gatti mammoni, vipere timide, pavoni impudenti, e naturalmente il miserabile lombrico. E poi molti, molti altri versi bestiali, cioè poesie comiche ispirate a veri animali. Però nessuno di essi, neppure il miserabile lombrico, è stato maltrattato, ferito o molestato nello scrivere i versi bestiali. E poi se si vuole risparmiare anche la carta si può scaricare tutto l`e-book del Miserabile lombrico qua sotto
Clicca qui per leggere o scaricare il file del miserabile lombrico in formato pdf