C’era un gabbiano della Cornovaglia
che le tempeste assaliva in battaglia
che le tempeste assaliva in battaglia
quei nembi ribelli e alti a muraglia
lui li domava come
nuvolaglia.
Gli altri uccelli?
Tutta gentaglia,
pavidi e ignavi, la
coda di paglia,
fermi sul molo con
piume a grisaglia
mentre lui i venti
avversi sbaraglia
frementi le penne
nella schermaglia
contro l’oceano che
schiuma e gorgoglia
ma lui s’inabissa,
e i flutti scandaglia
riaffiora e sulla
scogliera si staglia.
Ma un dì il
gabbiano della Cornovaglia
s’imbatté, senza
alcuna avvisaglia,
in un amor che con
lui fu canaglia.
Da quel momento si
sente una quaglia.
Nessun commento:
Posta un commento