La barba di Babbo Natale
è un rifugio assai ospitale
quando fuori è freddo e scuro
ci si sente più al sicuro
nella sua peluria incolta
come una foresta folta
così in quella bianca ovatta
c’è qualcosa che cinguetta
pare che sia un passerotto
quasi avvolto in un cappotto
lui si nutre in quel barbone
dove cade dal boccone
di quel che Babbo ha mangiato
panettone sbriciolato
tra quei peli, fatto strano,
va in letargo un orso bruno
e si scambiano effusioni
quattro coppie di piccioni
una lepre poi è vissuta
dentro la tana barbuta
da cui molto spesso sale
un frinire di cicale
e di certo non si sogna
chi ci ha visto una cicogna
nel suo nido con due uova
impegnata nella cova
una Babbo l’ha rubata
e s’è fatto una frittata:
è sembrato un fatto nuovo
tutto quel pelo nell’uovo.
Oh! Oh! Oh! si sente
fare
sopra i tetti e sopra il mare
chissà se è Babbo Natale
o se è un verso d’animale.
tante bestie nel barbone
e qualcuna penzolone
quando una fa la cacca
cade proprio sulla giacca
e così Babbo Natale
dai camini o per le scale
nelle case in tutto il mondo
col suo naso rubicondo
porta doni e tanto amore
però pure un po’ di odore.